Corte Costituzionale, sentenza del 13 dicembre 2024 n.197
L’art.5. comma 15, della L. Regione Siciliana del 12 maggio 2020 n.9 interveniva in materia di prestazioni rese dalle strutture accreditate con il SSR, e consentiva a queste ultime di restituire l’anticipazione loro riconosciuta per l’anno 2020 (a titolo di “indennità di funzione” per il periodo della pandemia) mediante gli importi maturati come extrabudget, non liquidabile, nelle annualità successive.
Rispetto all’originaria durata triennale, tale meccanismo è stato esteso, dalla disposizione impugnata innanzi alla Corte Costituzionale, al settennio 2020-2026. Viene, infatti, stabilito che la restituzione in favore del SSR di quanto ricevuto dalle strutture accreditate a titolo di anticipazione avvenga “esclusivamente mediante prestazioni extra-budget non liquidabili, in riferimento ad ogni singola annualità del detto settennio, con copertura, stante la natura transattiva della presente norma, nel fondo rischi per contenzioso di ciascuna Azienda, ove le somme non siano già state erogate”.
Secondo la Corte, “l’estensione, operata dalla disposizione impugnata, del termine di restituzione dell’anticipazione maturata nel 2020 oltre i limiti temporali della legislazione d’emergenza non rinviene più giustificazione nella necessità di arginare gli effetti del fenomeno pandemico rispetto alla gestione del SSR e comporta anzi, come denuncia il ricorrente, un inappropriato utilizzo di risorse sanitarie regionali “a copertura di prestazioni sanitarie delle strutture accreditate altrimenti non riconoscibili a carico del S.S.R.” perché destinato ad operare al di fuori del sistema del budget.”
La sentenza pone un grosso problema di applicazione temporale. Ai sensi dell’art.136 Cost., la legge dichiarat illegittima non può essere applicata dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza, ma, in realtà ha effetto retroattivo, salvo i rapporti che sono già definiti od “esauriti” perchè prescritti o oggetto di sentenza passata in giudicato, o per i quali è intervenuta una decadenza o decisi con atti amministrativi definitivi. Purtroppo questa sentenza interviene prima della conclusione del 2024 e una interpretazione restrittiva potrebbe essere quella di considerare i rapporti del 2024 ancora non “esauriti” e far perdere ai soggetti accreditati la possibilità di compensare l’indennità di funzione già percepita con l’extrabudget 2024. In realtà si può anche sostenere che la legge regionale abbia previsto una “compensazione legale“. In tal caso, la compensazione opera in modo automatico, dal momento della coesistenza dei due debiti (art.1242 cod. civ.), per cui si può considerare “definita” o “esaurita” la compensazione della indennità di funzione fino all’extrabudget maturato alla data del 13 dicembre 2024.
Questo è l’unica interpretazione che può evitare un danno per le strutture accreditate e, indirettamente, agli assistiti del SSR. Infatti, le altre vie praticate, quale quella dell’indebito arricchimento delle ASP, sono state già escluse dalla giurisprudenza perchè, per principio, l’extrabudget non è autorizzabile ed utile per il servizio pubblico (es. Cassazione civile sez. III, 06/07/2020, n.13884).
La sentenza