Archivio per Categoria Lavoro & Sanità

Revoca dell’incarico dirigenziale, dichiarazione di eccedenza, messa in disponibilità. Illegittimità degli atti e giurisdizione del Giudice Ordinario. Cassazione Civile, sentenza 16/02/2009 n.3677.

Il caso dei dirigenti cui viene revocato l’incarico dirigenziale, e poi, modificata la pianta organica con soppressione del posto, dichiarato in eccedenza e collocato in disponibilità. I dirigenti che agiscono per l’annullamento della revoca dell’incarico non devono impugnare gli atti amministrativi successivi che influiscono sul diritto fatto valere, ma il Giudice Ordinario può disapplicarli. La sentenza:

Tassazione del danno non patrimoniale. Cassazione Civile, sentenza 9 dicembre 2008 n.28887

Il risarcimento del danno non patrimoniale non è soggetto ad IRPEF perchè non è un guadagno, ma il ristoro di una perdita subita.

La sentenza

Gli elementi del mobbing. Corte di Cassazione, sentenza 19 dicembre 2008 n.29832

La Cassazione conferma gli orientamenti già espressi in tema di mobbing, ma precisa che in caso di dequalificazione, demansionamento, o di mantenimento in uno stato di inattività, non occorre provare un particolare intento vessatorio perchè basta provare l’inadempimento datoriale; sarà questi a dover provare ai sensi dell’art.1218 cod. civ. che l’inadempimento non gli è imputabile.

      La sentenza

Retribuibilità mansioni superiori. Corte di Cassazione, sentenza 17 ottobre 2008 n.23741

La Cassazione ribadisce la retribuibilità delle mansioni superiori svolte da dipendenti pubblici (nel caso in specie di Azienda U.S.L.), anche dopo il termine di dodici mesi previsto dall’art.52, comma 2, lett.a) del D.Lgs.165/2001 ed anche per il periodo precedente al D.Lgs. 387/1998. Con la privatizzazione del pubblico impiego, infatti, l’art.36 Cost. è direttamente e pienamente applicabile. L’art.36 della Costituzione è direttamente applicabile al pubblico impiego al fine della retribuzione delle mansioni superiori.

       La sentenza

I fondamenti del mobbing. Cassazione Civile, sentenza 9 settembre 2008 n.22858

Il fondamento del mobbing si rinviene nell’art.2087 cod. civ. Pur non potendo  consistere in un unico atto lesivo, una condotta lesiva protratta per sei mesi è più che sufficnente per integrare il mobbing.

La sentenza

La giusta retribuzione ex art.36 Cost. nel Pubblico Impiego. Cassazione civile, sentenza 7 luglio 2008 n.18584

La giusta retribuzione ex art.36 Cost. deve essere adeguata anche in proporzione all’acquisita anzianità di servizio, atteso che la prestazione di lavoro, di norma, migliora qualitativamente per effetto dell’esperienza.
Si tratta di una ulteriore precisazione della portata dell’art.36 Cost. che, in base, all’ultimo orientamento della Corte, deve essere applicato anche al pubblico impiego.

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Equiparazione della anzianità di servizio dei medici convenzionati. Cassazione Civile, sentenza 29 luglio 2008 n.20581

La Cassazione nega la equiparazione della anzianità di servizio in rapporto convenzionale a quella di rapporto dipendente ai fini dell’aumento della indennità di esclusività.

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Termine di prescrizione del rimborso per i medici specialzizandi. Corte d’Appello di Genova, sentenza 4 giugno 2008 n.65

Per la Corte d’Appello di Genova il termine di prescrizione nond ecorre fino a quando lo Stato non recepirà correttamente le direttive anche per i corsisti degli anni 1982-1991. Infatti solo dalla corretta trasposizione l’ordinamento interno i singoli sono in grado di acquisire piena conoscenza dei propri diritti. La sentenza è rimasta isolata e l’orientamento non è condiviso dalla S.C. di Cassazione.

      La sentenza

Rimborso medici specializzandi. Cassazione Civile, sentenza 11 marzo 2008 n.6427

In linea con l’orientamento della Corte di giustizia delle Comunità europee e con quanto già affermato da Cass., 16.5.2003, n. 7630, lo Stato italiano è inadempiente in quanto:
– o le regole che disciplinavano i corsi erano già in linea con quelle poste dalle direttive comunitarie che vengono in considerazione (regole successivamente adottate dal legislatore nazionale in attuazione delle direttive stesse), ed in tal caso la domanda avrebbe dovuto essere accolta sulla base di quanto già considerato dal tribunale con affermazioni non impugnate;b)i verbali della Commissione medico ospedaliera di cui all’art. 4 della l. n. 210 del 1992 fanno prova, ex art. 2700 c.c., dei fatti che la Commissione attesta essere avvenuti in sua presenza o essere stati dalla stessa compiuti, mentre le valutazioni, le diagnosi o comunque le manifestazioni di scienza o di opinione in essi contenute costituiscono materiale indiziario soggetto al libero apprezzamento del giudice, il quale può valutarne l’importanza ai fini della prova, ma non può mai attribuire loro il valore di un vero e proprio accertamento.
– ovvero non lo erano, ed allora l’essere stati gli studenti privati della possibilità di godere dei benefici previsti dalle puntuali e precise disposizioni sovranazionali non può che essere immediatamente e direttamente correlato alla mancata tempestiva attuazione delle stesse a livello interno, con la conseguenza che il danno subito dai discenti poi specializzati comunque costituisce una conseguenza immediata e diretta (art. 1223 cod. civ.) dell’illecito (art. 2043 cod. civ.) integrato dalla violazione, da parte dello Stato italiano, degli obblighi derivanti dal Trattato.

La sentenza

Nesso di causalità tra demansionamento e danno biologico. Cassazione Civile Sez. Lavoro, sentenza 2 febbraio 2008 n.2728

Il lavoratore che chieda il risarcimento del danno biologico derivante da demansionamento ha l’onere di fornire, specie ove lamenti patologie riconducibili a diverse cause (come nel caso di depressione), la prova del nesso di causalità, costituito non già da una mera possibilità o una astratta probabilità, bensì da una “probabilità qualificata” da ulteriori elementi (anche negativi ed inerenti alla mancanza di prova della preesistenza, concomitanza o sopravvenienza di altri fattori determinati).

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